Verso i cinquant'anni di vita dell'Istituto

Continuità in un non sempre facile sviluppo


Uno sguardo d'insieme

  Sui 50 anni circa di vita dell'Istituto, diamo anzitutto uno sguardo di insieme quanto all'azione dei quattro Presidenti e del proprio Consiglio direttivo, che l'hanno governato seguendo la linea della continuità nello sviluppo.
  La prima cura della creatura che – come si è detto – ha visto la luce a S. Damiano d'Assisi il 4 Ottobre 1953, Padre Gemelli l'affidò ad un sacerdote milanese di sua fiducia, Mons. Luigi Villa, che resse l'Istituto nel suo primo decisivo decennio. Austero e premuroso, Villa tradusse in vita vissuta dall'Istituto le direttive statuarie proposte dal Padre. È stato lo strumento sapiente di cui lo Spirito si servì per l'impianto del vivaio dell'Istituto e per il suo diventare, come d'incanto, un florido giardino.
  Per la successione nella guida dell'Istituto, nella Assemblea elettiva svoltasi a Roma nell'aprile del 1964, si sono manifestate accese tensioni quanto alle modalità di struttura, di orientamenti e di sviluppo da imprimere all'Istituto che entrava nella sua adolescenza. Un fatto, si può dire, “fisiologico”, che si verifica frequentemente soprattutto negli organismi di nuova formazione.
  Lo scrutinio dei voti ha dato la maggioranza a Mons. Angelo Mazzarone, di Tricarico, che governerà l'Istituto per quattro sessenni, in base alle elezioni svoltesi in seguito a Roma nell'Aprile 1970, a La Verna nel Luglio 1976, a San Marino Valdragone il 7 Luglio 1982. Mazzarone, chiamato famigliarmente Don Angelo, “con la sua guida carismatica di confondatore” (1), ha portato l'Istituto all'età adulta, richiamandolo costantemente alle sue origini nella fusione vitale tra consacrazione e secolarità, e sviluppando le intrinseche virtualità della sua spiritualità, con una sempre caldeggiata fedeltà al magistero della Chiesa, correlato alla lettura dei segni dei tempi.
  Quella di Don Gabriele Mercol, della Diocesi di Pinerolo, eletto a La Verna il 6 Luglio 1988, è stata una presidenza di consolidamento, esercitata secondo le direttive di marcia già tracciate da Don Angelo. Anzitutto, un più chiaro senso di appartenenza all'Istituto, come risposta ad una vocazione nella vocazione battesimale e presbiterale, per la sequela radicale di Cristo in uno speciale "stato di vita", consacrata alla perfezione evangelica. Sul tema dello "stato di vita" c'è stata una insistenza teologicamente documentata. Un più approfondito senso di tale nuova vocazione, come frutto di una speciale grazia attuale sacramentale, emergente dalla grazia santificante dell'Ordine sacro.
  Fedele partecipazione al corso annuale di Esercizi, “considerato dai sacerdoti missionari il momento forte della loro vita fraterna, oltreché di conversione personale”(Cost. art.32). Mons. Giuseppe Fumo, di Cosenza, uno dei “padri fondatori” dell'Istituto, è stato eletto Presidente a Greccio il 6 Luglio 1994. Nella sua azione di guida, ha fermato la sua attenzione costantemente e con particolare senso di responsabilità sull'essere il nostro Istituto una “comunità di presbiteri diocesani”: l'appartenervi non solo lascia intatta la nostra configurazione ministeriale diocesana, ma la rafforza con la “professione vera e completa dei consigli evangelici nel secolo”(Cost. art.1). Ha fatto leva in modo particolare sulla formazione culturale, promuovendo una viva sensibilità per la cultura alta dell'uomo del postmoderno e una profonda vita interiore, frutto della Rivelazione divina e di una ascetica sacramentalizzazione il nostro essere e il nostro agire. Primato dell'“essere” sul “fare” (2).
 
 Una traccia importante del cammino dell'istituto è sicuramente rappresentata dalle varie redazioni delle Costituzioni.
  L'Istituto, fondato da Padre Agostino Gemelli o.f.m., “quale” comunità di presbiteri diocesani:
  • Come già si è detto, inizia il suo cammino il 4 Ottobre 1953 in Assisi, con l'adesione di 33 sacerdoti di varie diocesi italiane;
  • Viene eretto canonicamente come Istituto di diritto diocesano da Mons. Giovanni Telesforo Cioli, Vescovo di Arezzo, nel cui territorio è La Verna, il 16 Aprile 1971;
  • Ottiene l'approvazione pontificia, quindi diviene Istituto di diritto pontificio, il 15 Luglio 1978, memoria liturgica di San Bonaventura.
  Le prime Costituzioni dettate da Padre Agostino Gemelli, allo scopo di acquisire nuovi orientamenti quanto all'ecclesiologia e alla vita consacrata, furono rielaborate e promulgate “pro manuscripto et ad experimentum” nel 1956: le successive varianti furono introdotte e promulgate “pro manuscripto et ad experimentum” nel 1956: le successive varianti furono introdotte nel testo approvato nella solennità dell'Immacolata 1966. A seguito della presentazione di queste Costituzioni, la Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari, mentre concedeva il “nihil obstat” per la erezione canonica di diritto diocesano dell'Istituto – 6 Febbraio 1971 – suggeriva alcuni criteri di perfezionamento delle Costituzioni.
  Il lavoro attento e corale, già precedentemente avviato, approdò al testo promulgato nella solennità dell'Assunzione della B.V.M. 1972. La novità vera delle Costituzioni 1972, presentate poi alla Sede Apostolica per ottenere l'approvazione pontificia dell'Istituto, accompagnate da numerose lettere commendatizie dei nostri Vescovi, fu la rielaborazione teologica dei primi capitoli e la integrazione degli articoli statuari con note spirituali tolte dalla Sacra Scrittura, dalla Patristica e dalla letteratura spirituale, specialmente dal Sinodo dei vescovi del 1971.
  La promulgazione del nuovo Codice di Diritto Canonico, datata 25 Gennaio 1983, ha richiesto una ulteriore revisione. Gli articoli aggiornati, approvati dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata con rescritto del 4 Ottobre 1987, furono raccolti in un fascicolo aggiuntivo edito il 26 Novembre 1987.
  L'edizione integrale del 25 Giugno 1989 delle Costituzioni accoglie in testo unificato gli aggiornamenti dell'87, eliminando così gli articoli superati. Si è intanto colta l'occasione per sostituire alcune Note Spirituali con le riflessioni più recenti del magistero della Chiesa sugli Istituti Secolari.
  In seguito ad una richiesta presentata dall'Istituto, la Congregazione per gli Istituti Secolari ha dato una risposta positiva per l'accettazione come sodali dei diaconi permanenti, che abbiano fatto la scelta del celibato. All'art.1 delle Costituzioni sarà aggiunto un terzo comma così formulato: “Possono far parte dell'Istituto, a motivo della loro partecipazione al ministero ordinato, anche i diaconi permanenti che abbiamo fatto la scelta del celibato” (3).
  L'edizione integrale delle Costituzioni è stata tradotta in tedesco nel 1994, in polacco nel 1995, in francese e in spagnolo nel 2000.
  Dividendo ora i tempi in decenni, e attingendo alla avvincente rievocazione del XLX di fondazione dell'Istituto, fatta da Don Angelo a Villa Nazaret di Roma il 24 novembre 1993 (4), ne trascriviamo i passaggi documentativi più significativi, integrandoli con informazioni raccolte da altri documenti e completandoli con alcuni dati riguardanti il quinto decennio che stiamo vivendo.
 
Il decennio carismatico: 1953-1963
Non privo di incertezze

  Il primo decennio, che non fu celebrato, può essere definito “carismatico”, animato dal fascino del Padre e dal calore della prima ora. Poi dopo l'Assemblea generale del 14 Aprile 1964, Mons. Villa si ritirò, in apparenza, conservando per la nostra comunità il privilegio del cuore e l'offerta della preghiera e della nascosta sofferenza.
  Ma i carismi dei corrifei non possono sempre coprire le incomprensioni e le incertezze dei seguaci. Sta di fatto che, stando al verbale della riunione del Consiglio direttivo del 18/11/1961 (5), in quell'anno 25 sodali hanno lasciato l'Istituto, e su 258 italiani non hanno partecipato al corso di esercizi spirituali n.111, dei quali 25 hanno giustificato l'assenza.
  Ragioni di questi “entrare e uscire”? Saranno state certamente diverse. Ne prendiamo semplicemente atto, come motivo per tutti di un più illuminato discernimento vocazionale.

 
Il decennio dell'organizzazione: 1963-1973
Nel suo rapporto col carisma


  Il secondo decennio, nel momento rinnovatore del Concilio e della primavera di Papa Giovanni, è segnato dalla fatica di dare forma strutturale al carisma, quasi esecutori testamentari della volontà del Padre: organizzazione, gruppi, circolare e circolari. Ma al di là delle strutture, restava da mettere mente e cuore all'anima della struttura: revisione delle Costituzioni di partenza. La revisione era richiesta anche dall'aggiornamento delle Costituzioni al dettato del Concilio appena concluso.
  Restava comunque sempre la costituzione canonica dell'Istituto. Cercammo prima di tutto lo “Episcopus benevolus acceptor”. Il vescovo di Arezzo, Mons. Cioli, come vescovo de La Verna, ci accolse con un tesoro di affetto. Presentati da lui, la quasi totalità dei vescovi italiani nelle cui diocesi viveva qualche sodale dell'Istituto, espresse un giudizio positivo sull'Istituto. Mons. Cioli fu provvidenza per noi, perché la costituzione canonica diocesana dell'Istituto era conditio sine qua non per l'approvazione pontificia.
  Il 6/02/1971 il Card. Antoniutti, Prefetto della Congregazione dei Religiosi e degli II. SS., comunica al Mons. Cioli il richiesto “Nihil obstat” per la erezione canonica dell'Istituto, la quale viene da lui effettuata con decreto del 16/04/1971.
  Le ragioni del rilevante ritardo con cui è stato concesso questo “Nihil obstat” sono state spiegate da P. Antonelli, Assistente degli Istituti della Regalità, in una sua circolare ai Missionari, in questi benevoli termini: “Qualcuno potrà domandare: perché questa erezione ha tardato tanto? Rispondo subito. La ragione non è da ricercarsi in motivi interni: l'Istituto non ha fatto altro che crescere, di numero e di vitalità. Le ragioni sono di carattere esterno. C'è stato il Concilio e susseguentemente tutta la problematica sugli Istituti Secolari in genere e su quelli Sacerdotali in particolare. Qui la ragione del ritardo” (6).
  Questo decennio alle volte non fu facile, per la diversa interpretazione di Istituti tra struttura e carisma, in modo particolare quanto alla strutturazione in gruppi, fra dimensione personale e sua dimensione comunitaria. Sono state istituzionalizzate le annuali assemblee dei Responsabili.
  La revisione delle Costituzioni, che pure veniva condotta con castissimo rispetto democratico, mediante un andare e tornare degli schemi e discussioni liberissime degli schemi successivi in lunghe giornate di studio a Milano, a Loreto, a Roma il 9 – 10 Dicembre 1971, si conclude a Roma il 7 e l'8 Giugno 1972, nella casa delle Suore francescanspagnole, dove il mettere a punto le numerose osservazioni ricevute non fu facile lavoro.
  Una particolare testimonianza di Don Angelo relativa ad una decisione del Consiglio Direttivo del sessennio 1964-1970. “Ricordando le confidenze del Padre circa la difficoltà opposta dal card. Montini circa l'obbedienza al superiore dell'Istituto, mentre al vescovo restava la promessa, il Consiglio, riunito presso l'Oasi San Sebastiano di Roma, decise il primato dell'obbedienza al vescovo, e la sostanza fu tradotta negli articoli 22-25 delle Costituzioni. Questa decisione coraggiosa, appena ci fu chiara e scritta – lo ricordo con commozione, perché tutti facemmo la stessa osservazione – fu salutata dal suono delle campane di mezzogiorno. Questo fatto, mi fu detto in Congregazione, facilitò decisamente l'approvazione pontificia. In questo senso la nostra spiritualità ci distingue come promotori della spiritualità del presbiterio diocesano” (cfr. CIC c.713; Cost. 1;26 c).
  Documentano i primi due decenni di vita dell'Istituto i già citati “Appunti e ricordi dei primi venti anni dell'Istituto Secolare dei Sacerdoti Missionari della Regalità di Cristo”, pubblicati da Don Angelo, facendo riferimento a documenti di archivio ritrascritti in 52 Note. Sobria e pertinente la presentazione del lavoro fatto: “Visto così nel suo insieme, modesto ma molto serio, questo racconto di 20 anni che passano in numerose realtà personali e nascoste, propone il sempre grave problema della fedeltà alla grazia generale e speciale” (7).
 
Terzo decennio: 1973-1983
Il Papa approva la nostra fraternità
 
  Tra gli avvenimenti di notevole interesse del terzo decennio emerge l'approvazione pontificia, datata 15 Luglio 1978, memoria liturgica del dottore serafico San Bonaventura.
  Fu uno degli ultimi atti ufficiali di Papa Montini, certamente liberato dalla sua antica perplessità circa il rapporto Istituto-Sodale-Vescovo dalla nostra decisione di fare voto d'obbedienza prima di tutto al Vescovo diocesano per l'intero spazio del ministero presbiterale e subordinatamente al responsabile dell'Istituto “per il bene personale e dell'Istituto”.
  L'ideale istituzionale era così raggiunto. Non rimaneva e non rimane altro da fare che radicare nel cuore l'ideale e trasformarlo in ideale fatto persona trasparente e viva.
  Fatto notevole del terzo decennio fu nel 1975 lo studio periferico e poi centrale di “francescanesimo e spiritualità francescana”, concluso con il Seminario di studio in Assisi (9-12 luglio) con la guida di illuminati maestri: P. Alberto Ghinato, prof. Ezio Franceschini, P. Ludovico Profili.
  Alla Assemblea elettiva di Valdragone San Marino (5 – 8/07/1982), si è manifestata tra i Delegati una certa tensione, in quanto alcuni ritenevano opportuno dare un successore a Mons. Mazzarone nella guida dell'Istituto, altri invece optavano per la sua riconferma.
  E la riconferma fu fatta a larga maggioranza di voti il 7 luglio.
 
Quarto decennio: 1983-1993
Gli II. SS. nel nuovo C.I.C.


  Il 3 Ottobre 1983 l'istituto compì 30 anni. Ne rimandammo la celebrazione a Novembre quando, per consuetudine, più numerosa è la partecipazione agli Esercizi. Prima a “Casa Nazareth” (Roma) rileggemmo la storia del tempo di grazia e progettammo il futuro. Poi varcammo il portone di bronzo per incontrare in casa sua, per la prima volta in forma ufficiale, Papa Wojtyla, il quale ci ricevette nell'Aula del Concistoro.
  Il suo discorso è stato una esortazione a “perseverare nella ricerca di una migliore comprensione delle realtà e dei valori temporali in relazione alla stessa evangelizzazione. Voi lo farete per rendervi sempre più attenti alla situazione dei laici, per portare al presbiterio diocesano non solo un'esperienza di vita secondo i Consigli evangelici con l'apporto di un'acquisita sensibilità esatta del nuovo rapporto della Chiesa col mondo” (8).
  C'è in queste parole del Papa una sintesi della spiritualità della secolarità consacrata. La fedeltà quotidiana a questo ideale di vita evangelicamente missionaria, anche se non fa “storia” nel senso corrente di questo termine, edifica la Chiesa secondo i disegni di Dio.
  In questo decennio, la promulgazione del nuovo C.I.C. (25/1/1983) che, finalmente, dedicava 30 articoli alla novità degli II. SS. Ha richiesto aggiornamenti disciplinari delle nostre Costituzioni per tutto quanto riguarda la disciplina dei voti e la incorporazione all'Istituto.
 
Il quinto decennio: 1993-2003
Il “Kairòs” del Grande Giubileo


  Va considerato come “una scansione che segna la nostra storia” il nuovo Rituale dell'Istituto, “frutto di un lungo iter”, che la Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti ha approvato il 29 aprile 1998, per l'ammissione e la profezione dei nostri sodali. “Esso – ha scritto il Presidente Mons. Fumo nel presentarlo – il primo del genere e pertanto privo di qualunque punto di riferimento, ha dovuto tracciare un sentiero nuovo nel vasto campo della spiritualità sacerdotale” (9). Precedentemente sono stati tre i rituali tenuti in esperimento.
  Da notare che l'Istituto ha sempre mantenuto il collegamento sia con la Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari partecipando ai congressi quadriennali (come Presidente dell'Istituto Mons. Mazzarone è stato membro del Consiglio direttivo per otto anni e Don Mercol per quattro), sia con la Conferenza Italiana degli Istituti Secolari attraverso i suoi delegati che sono stati nell'ordine Mons. Carlo Rocchetta, Don Carlo Truzzi, Don Franco Perazzolo.
  Concludendo questa carrellata, diamo ora uno sguardo sincero al passato e uno sguardo fiducioso al futuro.
  “Quando il 3 Ottobre dell'anno tre del secolo nuovo l'Istituto celebrerà il 50° di vita, qualcosa come 50 volumi di carta stampata con la nostra sigla – UT UNUM SINT – saranno testimonianza scritta di storia nostra e anche di profezia in tutto quanto è stato un bene approvato da Dio e luce nel mondo. Certo, omissioni e zizzania, purtroppo, non sono mancate, cellule infauste e mortifere di qualunque storia umana. Ora, coralmente ne chiediamo al Cristo di San Damiano il perdono plenario con il rinnovo del mandato missionario nel mondo” (10).
  Questa “confessio laudis” e “confessio peccati” di Don Angelo a nome di tutto l'Istituto è sufficiente caratterizzazione di questo decennio che stiamo vivendo, godendo del “kairòs” del grande Giubileo bimillenario della Incarnazione del Verbo.
  Il discorso sul quinto decennio sarà ripreso nell'ultimo capitolo.

 

1. R. Menne in "Ut Unum Sint", 4-5/1988 pag. 113
2. Ut Unum Sint, 3/1993 pag. 123
3. Verbale riunione del Consiglio Direttivo del 20/11/1990
4. Ut Unum Sint, 6/1993 pag. 233 ss
5. Documento d'Archivio
6. Ut Unum Sint, 6/1973 Numero speciale pag. 71
7. Ut Unum Sint, 6/1973 Numero speciale pag. 1-2
8. Ut Unum Sint, 6/1993 Numero speciale pag. 287
9. Grafo 7 Editrice, Taviano (Lecce), 1998
10. Ut Unum Sint, 6/1993 Numero speciale pag. 292