Nel lavoro delle Commissioni lo sviluppo organico dell'Istituto


  Ogni vivente ha bisogno di organi che presiedano al suo sviluppo. L'Istituto, come espressione di vita consacrata vissuta comunitariamente, ha bisogno di organi che la promuovano. In questo sta la funzione delle Commissioni che fin dai primi tempi sono state costituite a servizio dell'Istituto.

La Commissione per la formazione permanente

  Nacque nel 1976 per impulso dell'allora presidente don Angelo Mazzarone. Si chiamava “Centro Studi”. Alla guida c'erano Vittorio Casella e Enzo Bellini, stimato patrologo, stroncato da morte improvvisa nel 1981. Il gruppo curò qualche riflessione teologica e cominciò a preparare le tematiche degli esercizi spirituali. Non si diede una struttura di ricerca, ma puntò piuttosto ad essere una camera di risonanza della varia esperienza spirituale dei sodali. “Che ci sia, dunque, dietro ognuno dei fratelli dell'Istituto una realtà di contenuti vissuti, documentati, proposti: questo è il "Centro Studi". Non una struttura, piuttosto l'Istituto che si concretizza nei suoi aspetti di consapevolezza di contenuti e che si impegna a promuoverli tra tutti i suoi componenti1.
  Per vari motivi dal 1981 il gruppo cessò di fatto il proprio lavoro. L'attività riprese con la nuova assemblea elettiva del 1982. Dal Congresso della Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari celebrato nel 1984 e dedicato alla formazione permanente l'attività si intensificò e assunse più precisi orientamenti.
  L'assemblea elettiva dell'Istituto del luglio 1988 venne così informata del lavoro svolto. “Per la prima volta, in una nostra Assemblea Generale, figura la relazione della Commissione Studi. È un fatto positivo e, credo, un indubbio segno di maturazione dell'Istituto.
  Sono responsabili della Commissione (cfr. Costituzioni, 51b; 57) i consiglieri Fumo, Mercol e Truzzi, quest'ultimo con compiti di coordinatore. Gli altri componenti sono Vittorio Casella, Vittorio Fusco, Carlo Rocchetta e Giuseppe Sudano (dal 6-2-1985). La Commissione ha sempre agito sotto le direttive del presidente dell'istituto e del Consiglio, che, pur avendo accolto quasi sempre le proposte, talvolta hanno preso orientamenti diversi.
  Per approfondire i termini della "nostra" spiritualità la Commissione ha promosso cinque seminari di studio, ai quali ha partecipato anche qualche esperto invitato.
  Questi i temi affrontati:

il presbitero e il mondo (1983)
voto di povertà (1984)
voto di castità (1985)
voto di obbedienza (1986)
voto di apostolato (1987)
  Ognuno degli argomenti ha dato vita a un numero speciale della circolare e ha fornito materiale per la riflessione nei ritiri mensili. Gli schemi di questi infatti sono stati preparati sempre dalla Commissione. Sono stati proposti anche i vari temi delle Assemblee annuali dei responsabili, come pure le tracce dei nostri esercizi (a queste tracce ultimamente sono stati aggiunti complementi dalla Commissione esercizi); in proposito ricordo, come segno di crescita spirituale dell'Istituto, il fatto che si è insistito sulla lectio continua di un testo biblico (2 Cor.; Geremia; Testamento di Paolo).
  Sono state curate varie recensioni bibliografiche sulla circolare. Infine ricordo l'attività molto laboriosa di adeguamento delle Costituzioni al nuovo Codice di diritto canonico, che ha permesso all'intelligente perseveranza di don Angelo di presentarci quest'anno gli "Aggiornamenti" sui quali si pronunciò in sede legislativa l'Assemblea generale del 1986.
  La Commissione, nella sua completezza o mediante l'attività di alcuni componenti, ha costantemente tenuto l'occhio anche a ciò che si sviluppava, per così dire, fuori di casa e ci riguardava. Sappiamo che in passato, e un po' meno ora, i membri laici degli IS guardavano a noi presbiteri come membri non completamente "conformi" degli IS. Abbiamo svolto in proposito un'opera di informazione e approfondimento, che è tornata utile a noi stessi.
  Unendoci all'attività di don Angelo a livello della Conferenza Mondiale degli IS, abbiamo collaborato al documento "L'indole secolare dei sacerdoti: come e in quale modo" (Ut unum sint 1984, 294-308 = Dialogo 1985, 45-61), presentato all'Assemblea mondiale dei responsabili IS nell'agosto 1984. Sempre sotto l'egida CMIS don Angelo ha potuto organizzare un seminario internazionale di studi sulla secolarità del prete per il prossimo agosto, basandosi principalmente sul nostro aiuto.
  Presso la Conferenza Italiana degli IS ha lavorato a lungo fino allo scorso anno Rocchetta, tenendosi in contatto con la Commissione; ora è subentrato un altro membro della Commissione stessa.
  Nel febbraio 1984 la CEI ha organizzato il 2° Convegno di spiritualità del presbitero diocesano: dopo aver sollecitato la collaborazione degli altri IS presbiterali italiani e del nostro, abbiamo partecipato al Convegno, presentando un nostro documento2.
  Nella stessa assemblea il Centro studi assumeva la denominazione più appropriata di Commissione per la formazione permanente, con precise linee programmatiche3; tra i componenti usciva Casella ed entravano Mazzarone e Francesco Zenna.
  Fu portata felicemente a termine la preparazione del seminario di studi sulla secolarità del prete diocesano, da cui uscì un volume4. Le tematiche trattate furono: la terza età del prete come sfida e come opportunità; la carità nel presbiterio; l'apostolato in un contesto di pluralismo religioso. Fu conclusa un'inchiesta su come i sodali vivono il voto di apostolato5. Un'altra inchiesta su come si vive la terza età nell'Istituto non ebbe i risultati sperati6.
  Con la assemblea elettiva del 1994 la guida della Commissione veniva assunta da Vittorio Casella e Ernesto Della Corte; erano membri: Letterio Gulletta, A.Mazzarone, G.Mercol, C.Rocchetta, A.Vendemiati7. Ora la Commissione veniva orientata su un dialogo comunitario dell'Istituto su alcune tematiche presentate da esperti. Il primo tema fu “la comunicazione interpersonale”, con l'intervento di R. Taddei e N. Dell'Agli 8.
  Il secondo tema si svolse intorno alle “sfide del post moderno”. Questo nucleo venne affrontato in un ampio saggio di Casella9 e si sviluppò nel 1999, sotto la guida di F.Brovelli, nell'assemblea dei responsabili su “il prete profeta nel post-moderno: disagi e opportunità” 10.
  In questi ultimi anni si è consolidata l'abitudine di tenere gli esercizi spirituali su un libro biblico o parte di libro biblico, prendendo alternativamente dall'Antico e dal Nuovo testamento. Le tracce, tenendo d'occhio il nostro carisma specifico, da vari anni vengono predisposte da E. Dalla Corte.
  In questi anni si è accumulato un patrimonio di riflessioni, metodologie e servizi che è stato di grande utilità al nostro istituto, ma anche fuori di esso. Fra l'altro ne è un indizio la tesi di laurea in teologia sull'opera di Marcol sostenuta all'Università di Varsavia11; la voce di Mercol non è un grido solitario, ma fa parte di un coro vero e proprio. La Commissione per la formazione permanente è un fattore strategico nella vita dell'Istituto. L'attività essenziale del nostro sodalizio è la custodia e lo sviluppo del carisma e pertanto quell'attività di formazione permanente che gli possa consentire uno sviluppo attento ai segni dei tempi.

La Commissione Candidati

  Nei primi due decenni dell'Istituto i sacerdoti diocesani che chiedevano di farne parte, per un periodo di verifica della loro vocazione, erano chiamati “Aspiranti”, ed il sodale che dal Consiglio Direttivo era preposto alla Commissione incaricata di curarne la formazione iniziale, era detto “Maestro degli Aspiranti”. Poi venne adottata la denominazione attuale. Scorrendo le pagine dello “Speciale Indici di Ut unum sint 1956-1993”, troviamo i nomi dei primi Delegati per i candidati: Ruggero Golinelli (fino al 1963), Guido Orlandini (1964-1969), Mansueto Fabbri (1970-1976), Leo Maldini (1976-1983), Gabriele Mercol (1983-1988).
  All'Assemblea elettiva del luglio 1988 sono state verificate alcune esigenze: predisporre un piano organico di formazione (venne presentato il volumetto “Itinerari di formazione”); favorire un rapporto epistolare fra candidati e delegato; ribadire l'impegno di autoformazione e l'indispensabile ruolo del gruppo; puntare più sulla qualità che non sulla quantità12.
  L'Assemblea ha approvato una mozione secondo la quale il candidato che chiede di essere ammesso alla prima professione deve “dimostrare con uno scritto di avere curato lo studio di almeno uno dei temi di fondo della spiritualità del nostro Istituto”.
  Da queste indicazioni ha preso le mosse la nuova Commissione che, presieduta dal delegato Francesco Zenna, nella riunione del 18/01/1989 a Roma, ha redatto il proprio programma di massima suddiviso in due parti: Per la formazione e Per la promozione vocazionale. Tra le iniziative di un certo rilievo è stata introdotta l'idea di un Corso di esercizi per Candidati (eventualmente aperto ad altri sodali) condotto dalla Commissione stessa, per educare alla comunione fraterna nella reciprocità dei servizi, alla serietà della vocazione all'Istituto e per assimilare da subito lo specifico della vocazione alla secolarità consacrata; è stato formulato il proposito di un incontro annuale di medio termine per i candidati, o nazionale o interregionale. Per la lettera ai candidati si è pensato di proporre delle riflessioni incentrate nei tre anni rispettivamente su Fraternità e Francescanesimo, Regalità e sue esigenze, cioè Secolarità e Missionarietà, e, nel terzo anno, Consacrazione. Il programma è stato approvato dal Consiglio il giorno seguente13.
  L'idea degli Esercizi per i Candidati si è dimostrata subito feconda, soprattutto per il carattere itinerante del primo Corso tenuto in Assisi, che ha permesso di assimilare la spiritualità francescana e di fare esperienza concreta di fraternità, guidati dalla saggezza e dall'esperienza di don Angelo Mazzarone. Il secondo anno ha visto i candidati sostare in Perugia per uno scambio di riflessioni e di dialogo con i membri della Commissione sul tema della Regalità. Il terzo anno, a Chioggia, è stata fatta esperienza di comunione con i sodali professi sul tema della Consacrazione. Anche il secondo triennio è stato vissuto con questo ritmo. Dopo il corso itinerante in Assisi, ci siamo recati pellegrini in Terra Santa, per tornare a sostare con i sodali a Fuscaldo, in Calabria.
  Nella Assemblea elettiva del 1994 sono state avanzate alcune proposte per il futuro: l'impegno per la promozione vocazionale soprattutto al Nord, il mantenimento del rapporto avviato con i fratelli dei gruppi esteri, la coltivazione del rapporto personale con i singoli candidati e l'aggiornamento costante degli elenchi per un riscontro puntuale del cammino compiuto dagli stessi. Veniva ribadito che il passaggio all'anno successivo di preparazione deve avvenire solo all'interno di un Corso di esercizi dell'Istituto dopo un necessario colloquio con un Consigliere presente14.
  In quella data i candidati risultavano essere 41 (37 italiani, tutti dell'Italia meridionale, 2 polacchi e 1 tedesco).
  La nuova Commissione, sempre presieduta da Zenna, ha redatto un programma che ribadiva i punti del programma precedente. Un nuovo metodo per la proposta vocazionale è stato individuato nella stampa di un depliant illustrativo dell'identikit dell'Istituto con la proposta del Corso di esercizi annuale, da inviare a sacerdoti amici e da far pervenire nei seminari; nella disponibilità a predicare Corsi di esercizi ai sacerdoti delle diocesi, quando richiesto; nel far conoscere ai missionari e alle missionarie della Regalità i Corsi per candidati.
  Affinché l'esperienza fatta non vada perduta, si stanno raccogliendo gli elaborati dei membri della Commissione per la stesura e la stampa di un Progetto formativo. Esso non vuole sostituirsi a “Itinerari di formazione” che mantengono un loro valore soprattutto a livello contenuto. Intende proporsi invece come percorso, perché nei tre anni ciascun candidato possa accostare gradualmente tutta la spiritualità dell'Istituto. In appendice sarà proposto il tesario preparato da don Franco Perazzolo per rendere più facile l'individuazione dei temi e della bibliografia utile alla stesura degli elaborati per i candidati del terzo anno15.

La Commissione Esercizi Spirituali

  Gli esercizi spirituali costituiscono storicamente la cornice entro la quale l'Istituto ha iniziato ad esistere, è andato crescendo e si rinnova, giacché rappresentano l'occasione perché una “comunità ideale”, come la nostra, diventi periodicamente “visibile” e reale16. Per questo Padre Gemelli scriveva: “Gli Esercizi spirituali debbono essere da voi considerati come il punto centrale di ogni anno della vostra vita di Missionari” 17.
  Fin dagli inizi gli Esercizi propri dell'Istituto hanno mirato ad acquisire delle caratteristiche proprie18, man mano sempre più accentuate:

per la sede di svolgimento si è fatta la scelta di orientarsi di preferenza verso luoghi francescani;
lo stile ha puntato ad unire insieme una grande libertà personale con un accentuato spirito di pietà cristocentrica ed eucaristica19;
alle giornate di intesa spiritualità sono stati sempre uniti momenti di studio e di approfondimento del carisma e del francescanesimo ; inizialmente si impegnavano allo scopo due giornate, in appendice al corso di Esercizi20; ridotte poi a una, con intento fino nel 1965 di ripristinare le due giornate21. Dal 1967 i Corsi di esercizi hanno avuto inizio con una “giornata di fraternità” 22.
  I corsi annuali sono stati due fino al 1958, tre fino al 1960, quattro o cinque dal 1961 in poi, con un massimo di 7 corsi nel periodo 1985-1991.
  Fino al 1969 l'organizzazione dei corsi è dipesa dal Consiglio Direttivo. Chi in effetti teneva le fila di tutta l'organizzazione era il segretario (Lino Baracco fino al 1960 a Luigi Curti dal 1960 al 1970). Il 13 novembre 1969, in previsione dell'Assemblea elettiva del 1970, fu costituita un'apposita Commissione, il cui coordinamento è stato assegnato successivamente ai Consiglieri: Rosario Menne, dal 1970 al 1982; Renzo Mazzoni dal 1982 al 1984; Giuseppe Mannucci dal 1984 al 1988; Pietro Bernini dal 1988 al 1994; Giuliano Santantonio dal 1994 al 2000.
   Nel 1972 la Commissione stilò un abbozzo di norme comuni per i corsi di Esercizi spirituali23:

l'organizzazione e la direzione dei diversi corsi sarebbe stata affidata ogni anno ad un singolo gruppo diocesano o regionale, pur nel rispetto degli indirizzi comuni;
i temi delle meditazioni sarebbero stati unici per tutti i corsi e strutturati dentro una cornice organica che abbracciasse tutto il sessennio;
si sarebbe pensato ad un corso del tipo “eremo” allo scopo di consentire una più ampia esperienza di solitudine e di silenzio per quanti lo avrebbero desiderato;
il silenzio pieno avrebbe caratterizzato tutte le giornate di riflessione.
  Nell'Assemblea di medio termine del 1973 veniva introdotta la “giornata di deserto”, come caratterizzazione del giorno della rinnovazione della professione24.
  Nel 1975 la Commissione formulò la Guida per i nostri Esercizi, in cui le norme del 197225, venivano ampliate, perfezionate e rese più organiche; tra le altre, per i dopo cena furono introdotte due conversazioni sulle Costituzioni per un “ritorno alle sorgenti” e due revisioni di vita da farsi in piccoli gruppi; più ricche e dettagliate furono anche le norme per le varie celebrazioni liturgiche. Per la prima volta si davano indicazioni circa il colloquio di verifica personale con i responsabili.
  Nel 1978, la nuova Commissione diede inizio alla pubblicazione di un documento-base per gli Esercizi 26con indicazione dettagliata delle meditazioni e delle istruzioni per ciascuno dei corsi di quell'anno. Nello stesso anno uscì sulla Circolare uno studio di Don Rosario Menne27, che faceva da integrazione contenutistica alla Guida del 1975 e rispondeva ad un bisogno di rimotivazione degli Esercizi in quanto tali, in un momento in cui si registravano molte assenze da parte dei sodali28.
  Dal 1985 al 1988 don Giuseppe Mannucci predispose un Vademecum annuale per gli Esercizi29, che in qualche modo completava e apportava adattamenti alla Guida del 1975. In un Direttorio pubblicato nel 198830, venivano indicati tre modelli strutturalmente differenziati di corsi di Esercizi: tipo eremo, di 5 giorni con una sola meditazione al giorno, ampi spazi di silenzio e la “collatio” ogni sera; tipo tradizionale, di 5 giorni (da domenica sera al sabato mattina), con due meditazioni al giorno e momenti di revisione di vita in due sere; tipo misto: di 7 giorni (con la domenica al centro) e una giornata di fraternità in più. In realtà dei tre tipi di corsi, quello cosiddetto misto, ebbe scarsi consensi e applicazioni svariate e alterne, benché poi sia stato sempre riproposto nelle Assemblee Generali.
  La nuova Commissione, costituita dopo l'Assemblea di Greccio del 1994, mise subito mano ad una revisione globale dell'impostazione dei corsi di Esercizi, sulla base delle sollecitazioni dell'Assemblea stessa. Per cui nel 1996 pubblicò un nuovo Direttorio31, in cui venivano ridefinite l'impostazione dei corsi e la caratterizzazione delle diverse giornate, rispondendo all'obiettivo di rendere veramente tipici i corsi di Esercizi dell'Istituto. Inoltre, dopo la sperimentazione di più anni, si è pervenuti alla realizzazione di un Libretto per la liturgia a validità pluriennale, contenente una raccolta di canti e i testi delle Preci eucaristiche per la concelebrazione, e nel 1999 anche di un Sussidio da rinnovarsi ogni anno, contenete: le introduzioni al corso e al testo biblico di riferimento, gli schemi di massima delle meditazioni con i riferimenti alle Fonti Francescane, le schede per il colloquio personale e la verifica di gruppo, la documentazione utile per la giornata di studio.

La Circolare

  Per un Istituto secolare una “circolare” è strumento di collegamento non soltanto utile, ma necessario.
  La nostra “circolare” è stata nelle mani del presidente Villa fino al 1964, per passare poi in quelle di Mazzarone. Dal 1982 la diresse Rosario Menne, al quale successe fino al 1994 Giuseppe Fumo, che passò la mano a Carlo Truzzi. Ad ogni numero, rispettando le esigenze di legge per le pubblicazioni periodiche, ha apposto la sua firma, come giornalista, Antonio Musina fino al 1997.
  In occasione del XL dell'Istituto, nel 1994 è stato pubblicato un “Indice degli argomenti” e un “Indice per Autori” di “Ut unum sint 1956-1993”, come “Specchio dei 40 anni della nostra esperienza”32.
  Fino al giugno 1960 la pubblicazione esce come semplice circolare mensile. Dal novembre '60 al maggio '69 esce in modo irregolare. Dal luglio-agosto '69 diventa bimestrale, assumendo alcuni caratteri della “rivista”.
  La circolare è stata oggetto di interventi particolari in varie Assemblee dei responsabili. Dal loro confronto risaltano gli aspetti più significativi che sono stati rilevati.
  “Badate bene – ha detto Don Angelo nella sua relazione alla Assemblea generale del luglio 1976 a La Verna – che la Circolare per un Istituto secolare è questione di vita, perché è la voce vitalizzante e vivificante dell'Istituto”33.
  Nella stessa Assemblea, commentando i lavori di un gruppo di studio, Mussina ha fatto notare che, quanto alla circolare, dalle critiche non è venuto fuori un progetto, ed ha proposto la formazione, peraltro non nuova, di un gruppo redazionale stabile, che conduca responsabilmente questo organo di collegamento e di vitalizzazione dell'Istituto, in unità con il Presidente e il Consiglio direttivo34.
  Le linee sono state delineate da Fumo all'Assemblea 1994 di Greccio. Dopo aver rilevato che la nostra circolare “sotto il profilo letterario, è necessariamente atipica”, ne ha sottolineato la motivazione di fondo: “formare comunicando”, attraverso il dialogo tra i sodali35.
  Truzzi le ha viste in questa sintesi: “numerose disposizioni, informazioni e resoconti per gli esercizi, ritiri, assemblee, argomenti di meditazione e resoconti per gli esercizi, ritiri, assemblee, argomenti di meditazione, studio e verifica del carisma proprio dell'Istituto”. A lui è parso che l'attenzione critica all'attualità sociale non sia stata molto estesa”. Ad ogni modo, la Circolare “ci dice come siamo stati e ci invita a pensare come dovremmo essere” 36.
  Don Truzzi assunse l'incarico della nostra “circolare” dal numero 1 del 1995. Ho cercato di gestirla come strumento di sostegno alla formazione iniziale e permanente e di informazione interna. Per questo sono sempre comparse la “Lettera” sia del Presidente che del Delegato per i candidati, nonché le notizie più personali nei “messaggi e notizie di famiglia”, redatte con affettuosa attenzione da don Angelo Mazzarone; spesso li si è parlato di morti, ma anche di nomine episcopali, anniversari e altre belle notizie. Sono comparsi d'abitudine i materiali della Commissione per la formazione permanente, della Commissione per gli esercizi e dei vari Gruppi. Per la prima volta sono stati pubblicati regolarmente gli estratti delle riunioni del Consiglio direttivo a cura del Segretario.
  Il carattere strumentale di “Ut unum sint” da allora è stato rafforzato dal fatto che il Direttore responsabile negli “editoriali” non ha mai espresso un suo pensiero, ma piuttosto ha dato il riassunto dei vari pezzi pubblicati, anche per renderne noto il contenuto essenziale ai polacchi e ai tedeschi, mediante le rispettive traduzioni; così “Ut unum sint”, nella misura del possibile, è diventato una “circolare” per tutto l'Istituto. Il carattere strumentale della nostra pubblicazione interna bimestrale è stato meglio salvaguardarlo dalla scelta di non costituire una Commissione per la “circolare”: indirizzi e contenuti vengono direttamente dal Consiglio e dalle Commissioni candidati e formazione permanente.
  La “circolare” ha potuto essere pubblicata con regolarità a partire dagli anni Sessanta. L'inoltro postale invece è stato spesso ritardato o molto differito. Non è stato possibile finora trovare un rimedio a motivo del numero limitato di copie e della diffusione delle stesse su tutto il territorio nazionale.